Ipertrofia dei turbinati

I turbinati sono sottili strisce ossee collocate sulle pareti delle cavità nasali. Solitamente se ne contano tre per ogni cavità, ma alcuni individui ne posseggono quattro. I turbinati sono ricoperti da mucosa al di sotto della quale vi sono corpi cavernosi bagnati costantemente da una fitta rete di capillari.

Ipertrofia dei turbinati

Turbinati: Nel grafico anatomia normale e ipertrofia lieve, moderata e severa

Queste formazioni ossee sono fondamentali affinché il naso possa funzionare correttamente. Nello specifico il loro compito è quello di controllare la temperatura e l’umidità dell’aria veicolata nel naso attraverso l’ispirazione. Inoltre essi assolvono il compito di filtraggio.

L’ipertrofia dei turbinati si verifica quando la mucosa che riveste tali formazioni ossee si gonfia. Si tratta di un disturbo cronico. La mucosa respiratoria che ricopre i turbinati è ricca di vasi sanguigni e quindi densamente irrorata. Per questo è in grado di interagire con l’ambiente circostante rispondendo agli stimoli che da esso arrivano. Così in ambiente fastidiosamente caldo o al contrario di fronte ad aria improvvisamente gelida, ma anche in risposta ad una crisi allergica o ad uno stato di tensione emotiva, la mucosa muta le sue dimensioni. Si tratta di un cambiamento reversibile, che cessa con la fine dello stato che lo ha provocato.

Vi sono tuttavia situazioni anomale in grado di influenzare in maniera avversa tale normale funzionamento, così una volta espansa la mucosa non riesce più a tornare alle normali condizioni provocando un’ipertrofia permanente. Questo ingrossamento dei turbinati interferisce con la respirazione nasale, rendendola più difficile.

Una sensazione di naso chiuso, gola secca, perdita di siero dal naso (rinorrea), perdita della capacità di sentire gli odori, sensazione di prurito al naso, maggior russamento e comparsa di apnee notturne sono tutti sintomi di ipertrofia dei turbinati.

L’ingrossamento dei turbinati nella maggior parte dei casi è provocato da raffreddori allergici e “naso ribelle” ovvero rinopatia vasomotoria, ma fra le cause principali si annoverano anche ripetuti raffreddori, utilizzo di alcuni farmaci, l’inalazione di sostanze chimiche o polveri ad azione caustica nonché il fumo e taluni stress emotivi.

Correggere l’ipertrofia è possibile. Il primo step è rappresentato da un’indagine clinica accurata in grado di comprendere le cause del disturbo e di individuare la terapia adeguata a riportare alle dimensioni originali i turbinati inferiori ripristinandone la funzionalità. Le forme più lievi del disturbo possono essere trattate farmacologicamente attraverso medicinali ad azione antiinfiammatoria. I casi più severi invece possono richiedere l’utilizzo della chirurgia.

Turbinati: Cosa sono e come agiscono

Come abbiamo precedentemente visto i turbinati nasali, chiamati anche cornetti, sono delle estensioni di osso, ricoperte dal corpo cavernoso, ovvero tessuto vascolarizzato. Tale tessuto è avvolto da una patina di mucosa respiratoria.  Questo complesso di elementi è situato lateralmente all’interno delle fosse nasali in direzione del setto.

All’interno della narice trovano posto tre turbinati denominati superiore, medio e inferiore. I primi due sono estensioni dell’osso etmoidale, mentre l’ultimo è una formazione ossea indipendente collegata alla mascella. Vi sono soggetti che possiedono un quarto ossicino che prende il nome di turbinato supremo.

Fondamentali per un corretto funzionamento dell’apparato respiratorio tali formazioni hanno il compito di scaldare l’aria inspirata, di renderla umida e infine di regolarne la presenza all’interno del naso.

Ecco come funzionano nello specifico: inizialmente l’aria entra nella prima parte del naso chiamata vestibolo per poi risalire nelle coane ovvero nella parte più interna delle narici. In questo modo arriva poi ai turbinati, passando i tre cornetti, e su di loro propagandosi poi al resto del naso. In questo turbinio le particelle di aria entrano in contatto con la mucosa nasale la quale attua una prima azione di filtraggio.

È a questo punto che i turbinati si espandono estendendo così l’estensione delle conche permettendo alla mucosa di effettuare anche i compiti di riscaldamento e umidificazione dell’aria.

Ipertrofia dei turbinati: Cause

Una temperatura che cambia repentinamente, così come forte presenza di aria umida, la presenza di vapori caustici, stati di infiammazione virale o batterica e infine disfunzioni del sistema nervoso autonomo rappresentano campanelli d’allarme per la mucosa che ricopre i turbinati. I cornetti nasali si gonfiano per poi tornare alla loro naturale grandezza. Questo movimento si riflette sullo spazio interno alle fosse nasali che a sua volta diminuisce o aumenta lasciando più o meno spazio all’aria per circolare.

È quando i turbinati cessano questo loro movimento, restando in uno stato di gonfiore che si verifica la loro ipertrofia. Questo stato di stabilità rende difficoltoso il transito dell’aria. Questa difformità nel funzionamento caratterizza alcune patologie quali i raffreddori di tipo allergico e dell’iperattività nasale.

Motivi scatenanti

A provocare una ipertrofia cronica dei turbinati possono concorrere numerosi fattori:

  • Raffreddori allergici (come per esempio quelli dovuti ad un’intolleranza ai pollini, al pelo animale, ma anche la poca tolleranza alle spore di funghi o di muffe, agli acari e in generale alle polveri di tipo domestico).
  • Sindrome da iperattività nasale, conosciuta anche come rinite vasomotoria, stato in cui si assiste ad un rilascio di istamina causato da stimoli ambientali quali variazioni climatiche e stress emotivi.
  • Stati infiammatori dovuti a cariche batteriche o virus
  • Ereditarietà
  • Eccessiva presenza di inquinanti nell’aria respirata
  • Utilizzo prolungato di spray vasocostrittori

Cosa provoca l’ipertrofia dei turbinati

L’aumento di volume che diventa stabile è difficilmente diagnosticabile ai suoi inizi poiché si tratta di uno stato cronico a cui si arriva per gradi.

Nella sintomatologia di questo disturbo si annoverano la chiusura di una o entrambe le narici, sensazione fastidiosa che si aggrava quando si assume una posizione di decubito supino,

Difficoltà respiratorie a causa di una scarsa capacità di inalazione dell’aria dal naso

Copiosa produzione e conseguente perdita di secrezioni dal naso o verso la gola

Dolore alla base del naso associata a bruciore o ad una sensazione di prurito

Necessità frequente di starnutire

Incapacità di utilizzare a pieno il senso dell’olfatto (iposmia), a cui si può associare anche una ridotta capacità dell’uso dell’udito (ipoacusia)

Episodi di perdita di sangue dal naso (epistassi)

Gola e naso secchi a volte accompagnati da alitosi

Voce che si abbassa e diviene metallica

Comparsa di raffreddori con frequenza e durata elevate

Persistenti mal di testa

Tosse generalmente di tipo secco.

Stati di raffreddamento di tipo non cronico solitamente si risolvono nel corso di una settimana. Ecco perché una difficoltà respiratoria nasale di tipo ostruttivo è un sintomo non trascurabile perché potrebbe sfociare in uno stato clinico più severo.

Aggravamenti possibili

Se l’ipertrofia si aggrava possono insorgere i seguenti sintomi:

Stato infiammatorio persistente e progressivo a carico dei seni paranasali noto con il nome di rinosinusite o sinusite cronica

Affezione infiammatoria delle mucose della faringe con carattere di cronicità (faringite)

Russamento anche associato a Sindrome delle apnee notturne di tipo ostruttivo

Polipi nasali

Infiammazione dell’orecchio di tipo batterico o virale (otite)

Diagnosi dell’ ipertrofia dei turbinati

A stabilire se si è affetti da ipertrofia dei turbinati è solitamente lo specialista in otorinolaringoiatria. Il medico procederà dapprima con la raccolta dei sintomi riportati dal paziente per poi passare ad anamnesi ed infine ad un esame clinico. In quest’ultima fase sarà necessario individuare le indagini adeguate a stabilire l’entità dell’ostruzione respiratoria a carico del naso e le cause scatenanti.

Nello specifico potranno essere prescritti i seguenti esami diagnostici:

Rinofibrolaringoscopia: questo test di tipo endoscopico prevede l’utilizzo di fibre ottiche allo scopo di indagare l’ostruzione delle fosse nasali e appurare lo stato della mucosa.

Rinocitogramma: consiste nel prelevamento di muco dalle fosse nasali e nella sua conseguente analisi. Ad essere osservate sono le cellule presenti, che ingrandite al microscopio del laboratorio, suggeriscono al medico la presenza di riniti allergiche e nelle riniti.

Rinomanometria: durante l’esame ambulatoriale e indolore viene registrato il flusso respiratorio. Lo strumento utilizzato è il rinomanometro che consiste in una sonda che viene introdotta in una narice del paziente e in una mascherina nella quale lo stesso dovrà respirare con la narice libera. Il computer a cui è attaccato il rinomanometro carpirà eventuali alterazioni della funzione respiratoria.

Test allergologico: il Prick test ed il Rast test sono prove effettuate allo scopo di indagare la presenza di allergeni alimentari. Sono utili per fare chiarezza su possibili ipertrofie causate da allergie.

Tomografia computerizzata: test a carico della zona rino-sinusale

Risonanza magnetica nucleare

Trattamento chirurgico

Forme lievi o moderate di ipetrofia dei turbinati possono essere risolte con l’uso di farmaci. Lo specialista infatti potrebbe prescrivere antibiotici, antistamici e vasocostrittori endonasali.

Anche terapie termali o lavaggi nasali possono risultare rimedi efficaci.

Se la via farmacologica però non risulta efficace al contrasto dell’ipertrofia allora può essere necessario il ricorso alla chirurgia. Le tecniche che possono essere applicate sono molteplici e spaziano dall’asportazione di parte dei turbinati (porzioni ossee o della mucosa) alle più innovative pratiche mini-invasive con l’utilizzo di laser o radiofrequenze.